Si è svolto a Milano dal 19 al 21 novembre 2018 il convegno dei delegati diocesani per l’ecumenismo intitolato: “il tuo cuore custodisca i miei precetti. Un creato da custodire da credenti responsabili, in risposta alla Parola di Dio”, guidato in tandem da don Cristiano Bettega, segretario uscente dell’UNEDI (Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo intterreligioso della CEI – conferenza episcopale italiana -) e don Giuliano Savina nuovo segretario. Nei cinque anni della gestione di don Cristiano, il convegno dei delegati si è poco a poco trasformato in convegno delle chiese cristiane d’Italia, coinvolgendo abbondanti presenze protestanti e ortodosse anche nella sua organizzazione e gestione.
La prospettiva dominante del convegno è stata la denuncia drammatica, profetica e persino un po’ apocalittica della prossimità dello “schianto”, cioè del momento in cui il creato, tiranneggiato dal peccato consumista (che permette all’uomo odierndo di consumare come se fossero a disposizione quasi due pianeti anziché uno solo), si ritorcerà contro l’uomo stesso, e i primi a soffrire le conseguenze di questa situazione saranno i poveri, i più fragili, e le donne (come evidenziava la pastora TOMASSONE). SIMONE MORANDINI, uno dei relatori, ha sottolineato l’urgenza del problema richiamando la figura di Giona (profeta di sventure ma per evitare la sventura) e ha ricostruito la storia, in ambiente cristiano ed ecumenico, dell’attenzione al problema, a partire da Isacco il Siro, passando attraverso l’assemblea del CEC di Vancouver del 1983 per arrivare sino alle iniziative odierne, caratterizzate dalla Gioranta per la Salvaguardia del Creato, lanciata dal patriarca ortodosso di Costantinopli Dimitrios e a cui ha aderito l’intera cristianità, e dall’enciclica papale Laudato Sii.. Il pastore PAVLOVICH ha messo in guardia sul fatto che i profeti veri hanno sempre fatto appello al pentimento personale, e che la speranza di una cambiamento in meglio non è garantita ma dipende dalla responsabilità umana. Il prof. GIOVANNINI, insegnante di statistica e ex ministro, animatore del progetto ASviS (Agenda per lo sviluppo sostenibile) detta anche Agenda 2030, ha ricordato che le crisi del capitalismo durano più che in passato (duravano 9-18 mesi), che il cambiamento climatico porta alla migrazione di 250 milioni di persone, che le previsioni dell’OCSE dicono che nel futuro la crescita non potrà essere superire all’1,7% annuo, che la disuguaglianza tra alta e bassa qualificazione nel lavoro aumenterà, che a causa dell’automazione il 10% dei lavori oggi esistenti verrà distrutto e il 40% di essi cambierà radicalmente, che il cambiamento climatico non sarà a passi graduali ma a salti improvvisi, e terre oggi emerse saranno inondate, paesi oggi freddi diventeranno più caldi e paesi oggi caldi diventeranno inabitabili e caueseranno migrazioni climatici. Di fronte a uno scenario del genere, quello di un pianeta che corre verso la sua autodistruzione, occorre un’”utopia sostenibile”, costituita da 17 macro-obiettivi da declinare in 169 target che costituiscono quella che papa Francesco chiamava nella Laudato Sii “ecologia integrale”, senza che uno dei 17 obiettivi sia prioritario rispetto agli altri, avviando processi, più che non occupando spazi (come ricordava il papa nella Gaduete et Exsultate), aumentando più i servizi che non il lavoro o il PiL, perché il benessere non è automaticamente proporzionale all’aumento della produzione e dell’abbondanza materiale, ma dipende da altri fattori, anche spiriituali.
A livello teorico si tratta di cogliere che la natura è un libro sacro come la Bibbia e ci parla di Dio, e che bisogna, come ricordava Ambrogio Matsegora (ortodosso russo) , amare ogni singolo granello di sabbia e ogni singola cosa (evocando le parole dello Zosima dostoevskiano), restituendo al creato lo splendore originario di quando uscì dalle mani del creatore. Inoltre, come ricordava con spiritualità francescana il vescovo mons. Martinelli, occorre ricuperare che tra le creature si deve vivere la fraternità, e non la tecnocrazia del pesniero calcolante che rende la materia qualcosa di manippòaboòe a piacere da parte dell’uomo: , che deve ritornare in stato di “minoritas” francescana, cioè di servizio alla natura. Si tratta anche di ricuperare lo spirito eucaristico, che il padre ortodosso MAINOLDI descrive come ridare a Dio ciò che è suo, trasformato dall’uomo (da grano e uva pane e vino), che lo rende nuovamente a noi trasformato nel corpo e sangue di Cristo, da contrapporre al prometeismo pagano, che vede la natura come caos antumano contro cui combattere.
In pratica, le chiese sono chiamate a evitare gli sprechi: a convocare gli amministratori delle diocesi e edile parrocchie per verificare l’impatto ambientale della loro gestione.; non consumare in modo impulsivo, accettare l’ascetica, custodie invece che dominare, anzi, riparare ciò che non è stato custodito bene, accettando il limite della crescita, arrivare a zero emissioni di anidride carbonica (che vuol dire non usare più l’auto a idrocarburi) , seguire i lavori della ECEN del CEC, del “Gallo Verde” (associazione ecologista dei valdesi) dell’ASviS, del l’Agenda 2030, del festival dello Sviluppo Sostenibile, l’ecoguida per le parrocchie, un libro digitale delle ACLI): al prof. GIOVANNINI piacerebbe che ogni diocesi controllasse la qualità e quantità dei suoi consumi a partire dai target dell’Agenda 2030: a me piacerebbe che anche nelle nostre parrocchie si facesse questa analisi e si prendessero (finanze permettendo) provvedimenti per rendere più ecologici i nostri consumi (ad esempio sulle emissioni di CO2, attraverso l’uso di fonti rinnovabili di energia, legno, pellet, energia solare; o sul consumo di plastica, per esempio evitando piatti e bicchieri di plastica nei rinfreschi).
Come ogni anno, l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso organizza la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Fondata nel 1908 dal pastore anglicano Paul Wattson, viene preparata, su incarico congiunto dei massimi organismi ecumenici mondiali (Consiglio Ecumenico delle Chiese protestanti e ortodosse e Santa Sede per i cattolici). Il lavoro preparatorio del sussidio per il 2019 è stato affidato a un gruppo di rappresentanti di diverse comunità cristiane in Indonesia. Il libretto che è scaturito da questi incontri porta il titolo “cercate di essere veramente giusti”, che è tratto da Deuteronomio 16,18-20. L’obiettivo che si vuole raggiungere è che ogni persona, durante questa settimana, maturi un impegno concreto di misericordia, di giustizia, di unità. Spesso capita di evidenziare più la preghiera che l’impegno per i poveri o per la salvaguardia dell’ambiente: ma il vero culto è praticare la giustizia, come ribadito nei profeti e nei vangeli.
Come ci ricorda e ci responsabilizza il Concilio: “La cura di ristabilire l’unione riguarda tutta la Chiesa, sia i fedeli che i pastori, e tocca ognuno secondo le proprie possibilità, tanto nella vita cristiana di ogni giorno quanto negli studi teologici e storici. Tale cure manifesta già in qualche modo il legame fraterno che esiste tra tutti i cristiani e conduce alla piena e perfetta unità, conforme al disegno della bontà di Dio” (UR 5).
Ci ritroveremo a pregare ad Alba, nella chiesa di San Giovanni, il 18 Gennaio alle ore 21,00; a Monteu Roero, nella cappellina invernale il 19 Gennaio alle ore 21,00; a Castagnole Lanze, presso la Chiesa Evangelica di via XXIV Maggio 84 il 22 Gennaio alle ore 21; a La Morra il 23 Gennaio; ad Alba, nella Chiesa di Santa Caterina, presso la parrocchia Rumena, il 25 Gennaio alle ore 21,00.
Don Adriano Rosso